Lil Milan Ufficio

Il segreto del successo? Qualche volta può trattarsi semplicemente della risposta migliore alla domanda giusta. Questa, in una frase, la storia di Lil Milan, brand che sta cambiando il significato di indossare un gioiello, a partire dalle più giovani. Abbiamo incontrato la sua fondatrice, Veronica Varetta, in occasione del restyling dell’ufficio milanese.

I gioielli? Una seconda pelle

Tutte li vogliono. I gioielli di Lil Milan sono un’ipnotica fusione tra materiali preziosi e design essenziale, che Veronica interpreta come una seconda pelle. Quasi un tatuaggio che si fonde con la propria personalità e i ritmi frenetici di una vita che la giovane founder oggi trascorre tra Milano e New York, città dove, dopo gli studi, ha affinato le skill manageriali che le hanno permesso di dare vita a una realtà in ascesa, con una vision ben precisa, eppure in continua evoluzione.

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Lil Milan nasce come risposta a un’esigenza personale. Ci racconti com’è andata?

“Frequentavo l’università e non riuscivo a trovare sul mercato dei gioielli in materiali preziosi, non placcati, con un prezzo adatto. Così, ho deciso di creare da me ciò che desideravo. Ho cercato un orafo con il quale collaborare – passaggio non semplice visto che si tratta di un ambiente decisamente chiuso, un mestiere tramandato quasi sempre da padre in figlio, che è anche la bellezza di quel mondo – e ho iniziato a disegnare pezzi semplicissimi, da indossare tutti i giorni. Sono partita dall’esigenza personale di creare gioielli capaci di adattarsi a qualunque momento della giornata: dallo studio, allo sport, all’aperitivo.”

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Oro massiccio e design essenziale: i gioielli Lil Milan ne rappresentano la perfetta somma. Qual è il loro punto di forza?

“La componente qualitativa, il rappresentare qualcosa che dura nel tempo. Non si parla di fast-fashion, è un vero investimento. Nella mia testa i nostri gioielli sono qualcosa da passare ai propri figli. Un giusto equilibrio tra metallo prezioso, design e vestibilità per tutti i giorni, ad un prezzo accessibile. Il punto fondamentale è che si tratta di un oggetto da personalizzare. Il concetto di LIL set che voglio comunicare alle ragazze LIL è “Make it yours”. Abbinatelo al gioiello ricevuto in regalo per la laurea, create un set che risponda alle vostre esigenze e rifletta il vostro carattere.”

La tua formazione in economia combinata con le tue esperienze professionali a New York hanno sicuramente contribuito a formare quel mind set aperto e la capacità di ascolto che tu stessa definisci elementi chiave del tuo successo…

“Mentre LIL nasceva, nel 2014, ho capito di non essere pronta ad assumermi una tale responsabilità e l’impegno di farlo crescere. Quindi ho posticipato il coinvolgimento full time. A New York ho lavorato per Prada, nel reparto marketing e negli eventi, e per una non-profit nel mondo artistico. Questo mi ha permesso di affinare la prospettiva, la visione di come il progetto dovesse prendere forma, e capire che non ci sono regole impossibili da infrangere. Rompere gli schemi fa parte del nostro DNA”.

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La strategia di comunicazione di Lil è una conferma di questa capacità di andare controcorrente. Che rapporto hai con i social?

“Personalmente tendo a non espormi troppo, soprattutto sull’account di LIL. Questo perché la Lil girl non risponde a un canone predefinito: ha mille sfaccettature, infinite storie. Non voglio creare un’icona del nostro stile ma accettare ed esaltare peculiarità e diversità. Se nella gioielleria tutto è molto tradizionale e realizzato attraverso un iter ben definito e curato, noi vogliamo proporre questi passaggi in una maniera più moderna. Lo facciamo grazie ai social, che utilizziamo in maniera innovativa per ascoltare le esigenze e i feedback delle nostre clienti, dare consigli su come prendersi cura dei loro gioielli.

Il naming dei prodotti ha poi il grande merito di dare una significazione del tutto nuova ai nostri gioielli, emozionale ed evocativa. La summer capsule, per esempio, con la sua Bombshell rappresenta l’idea della donna anni Ottanta e Novanta, forte, energica e sensuale, che richiama la 007 woman di quegli anni. Uno dei nostri best seller, il choker Boys tears, senza questo nome non avrebbe avuto lo stesso appeal.”

A proposito della vostra capsule collection, è vero che prende ispirazione del film “Sirene”, pellicola cult degli anni Novanta con Cher, Winona Ryder e Christina Ricci?

“Sì. Ci piaceva l’idea di riprendere i tre caratteri, visto che la conchiglia è uno degli amuleti che volevamo sviluppare. L’idea è venuta a una delle nostre LIL girl: il film racconta la storia di tre donne legate tra loro, esattamente come le conchiglie della collezione, la cui comunicazione passa attraverso la peculiare femminilità di ognuna di loro.”

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Voi siete un team tutto al femminile. Sei una sostenitrice del girl power o semplicemente (professionalmente parlando) non hai ancora trovato l’uomo giusto?

“Sono assolutamente una sostenitrice del girl power, mi piace il gruppo di ragazze che si è venuto a creare nel team in maniera molto spontanea. Esiste un uomo LIL, il nostro orafo Fabrizio, che si occupa della produzione con la sua ottima squadra. Non escludo comunque di coinvolgere anche una figura maschile nel nostro ufficio, proprio per mantenere quella mentalità aperta e l’ottica di scambio di opinioni che ci rende capaci di evolverci di continuo.

Ascoltiamo molto i feedback dei nostri clienti. Proprio in seguito alle tantissime richieste ho deciso di sviluppare la linea in oro bianco in 9 e 18 carati, che si affiancherà a quella in oro giallo in un gioco di concept che vedrà in parallelo la “ragazza sole” e la “ragazza luna.”

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L’ufficio Lil Milan: il successo è una questione di stile

Uno spazio in cui lavorare con il piacere di viverlo, perché circondati da cose belle. Per il restyling dell’ufficio di Lil Milan, Veronica aveva le idee molto chiare. Westwing è stato il partner ideale per arredarlo senza porsi vincoli o stili predefiniti. Una combinazione di scandi, dettagli girly e funzionalità che la padrona di casa ci racconta nel dettaglio.

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Ricrea il mood:

“Quello di Lil Milan è un ufficio nuovissimo. Sentivamo l’esigenza di avere uno spazio comune che fosse il fulcro della nostra energia creativa. Siamo ispirati dalla magia di Westwing, da quel tocco dorato in più di cui avevamo bisogno. Voglio che le ragazze del mio team possano lavorare in un luogo nel quale amano trovarsi ogni giorno perché circondate da cose belle, continuamente in dialogo tra loro.

Insieme siamo riusciti a trovare un equilibrio. Non lo incasellerei in un unico stile. Parlerei del giusto mix di complementi. Semplice ed essenziale, ma ricercato, proprio come Lil.”

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Quali sono i fondamentali per coniugare stile e funzionalità?

“Tutto parte dalla necessità di organizzazione. Rendere l’iter di lavoro il più limpido possibile. Abbiamo giocato con il High and Low, seguendo la filosofia della personalizzazione e un tocco do-it-yourself.”

Si parte dalla scrivania. Cosa non può mancare, oltre al pc?

“Ci circondiamo di prototipi, di nuovi design. Ho bisogno di visualizzarli, metabolizzarli e così migliorarli. Recentemente abbiamo creato questi ring holder, che riprendono la summer capsule. Sono realizzati con veri gusci di ostrica e personalizzati con un fil rouge d’oro sul bordo. Anche in questo caso abbiamo fatto di necessità virtù: durante le riunioni, quando ci si stanca di giocare con gli anelli sfilandoli dalle dita, questi si possono lasciare lì. Chi di noi non si è mai trovato in questa situazione?”

Cosa consiglieresti a una ragazza che si prepara all’acquisto del suo primo gioiello “importante”?

“Cercherei di capire se la tonalità della pelle risalta di più con l’oro giallo o il bianco, un dettaglio spesso sottovalutato. Io opterei comunque per una collana da indossare tutti i giorni, come una seconda pelle.”

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