La casa in stile gentleman di Fabio Attanasio
Un ragazzo d’altri tempi, verrebbe da dire, ma assolutamente proiettato verso il futuro. Per introdurre la filosofia di vita, e d’eleganza, di Fabio Attanasio facciamo ricorso a un modo di dire che appartiene alla tradizione, rinnovandola. Proprio come lui. Sangue napoletano e imprenditorialità milanese, è il fondatore di The Bespoke Dudes, blog in cui dà voce alle eccellenze artigiane e del tailoring italiani e non solo. Lo abbiamo incontrato nella sua casa milanese per farci raccontare come vive un vero Gentiluomo.
Un ragazzo d’altri tempi, verrebbe da dire, ma assolutamente proiettato verso il futuro. Per introdurre la filosofia di vita, e d’eleganza, di Fabio Attanasio facciamo ricorso a un modo di dire che appartiene alla tradizione, rinnovandola. Proprio come lui. Sangue napoletano e imprenditorialità milanese, è il fondatore di The Bespoke Dudes, blog in cui dà voce alle eccellenze artigiane e del tailoring italiani e non solo. Lo abbiamo incontrato nella sua casa milanese per farci raccontare come vive un vero Gentiluomo.
The Bespoke Dudes Style
Made in Naples e Based in Milano. Fabio Attanasio si riassume così sulla pagina Instagram di The Bespoke Dudes, con il tempo diventata un diario delle sue ricerche e un punto di riferimento per chi, attraverso lui, vuole riscoprire o approcciare per la prima volta il mondo della sartorialità. Un connubio che rappresenta la chiave del successo del giovane imprenditore che ha trasformato il gusto del classico in una risorsa di ispirazioni e opportunità per il futuro, legata a doppio filo, è il caso di dirlo, alle dimensioni di Made in Italy, fatto a mano e su misura. In una parola, Bespoke…
“Quello di eleganza è per me un concetto a 360 gradi, un modo di vivere. Principi etici che fondano quelli estetici. Il gentiluomo è una persona che si comporta secondo valori ben precisi i quali, in maniera ultima, si raccontano anche nel modo di vestirsi. Un universo che si distacca totalmente dalla figura del Gagà, carattere della letteratura napoletana di inizio Novecento che, privo di sensibilità estetica e cultura, si vestiva in modo da sembrare parte di una classe sociale superiore alla propria.”
“Sono felice di fondere la cultura napoletana della sartoria e i colori della mia terra con una capacità più imprenditoriale, che ho acquisito grazie agli studi e al tessuto connettivo che Milano mi offre ogni giorno, in termini di idee e rischi da correre. Il mio obiettivo è portare l’artigianato napoletano e quello italiano nel mondo. Sono partito nel 2012 con il blog, parlando dei sarti che incontravo, per far conoscere anche all’estero le loro creazioni”.
Ricrea il look:
La casa classica al maschile di Fabio Attanasio
“Con questa casa è stato amore a prima vista. Come sempre accade con i tessuti o con le mie moto. L’ho vista un anno fa e il giorno stesso ho fatto un’offerta per acquistarla. E’ un open space molto ampio e luminoso, caratteristiche fondamentali per me che lavoro spesso da qui. Cerco di arredarla con pezzi che amo, dal taglio maschile. Non sono certo un interior designer, ma so cosa mi piace”.
L’approccio Tailor Made del padrone di casa è subito visibile nell’organizzazione degli spazi, in cui complementi e strutture importanti suddividono le funzionalità senza interrompere il dialogo visivo. Il grande divano verde, ripreso dal pouf nello stesso colore – per il quale Fabio nutre una grande passione – si inserisce come una pausa tra l’area dedicata al relax e la zona pranzo. In cucina, l’ampio bancone scuro separa e allo stesso tempo connette la zona cottura con quella più conviviale. La palette di fondo è neutra, armoniosa, interrotta solo da alcuni accenti di carattere, rigorosamente al maschile. Con una grande ricerca d’equilibrio, interiore ed esteriore…
“La mia mattina inizia con la lezione di yoga sul tappeto davanti al divano. Poi comincio a lavorare sul tavolo in soggiorno per pranzare, infine, sulla penisola in cucina. Tutt’intorno, ci sono dei richiami cromatici che rimbalzano sui vari ambienti per dare un senso di continuità, come il verdone delle sedute ripreso anche dal grande altoparlante, o le gambe dei complementi, fino ai blocchi di cromie più scure che delineano la cucina. Ogni volta che devo comprare un arredo mi sento in un equilibrio precario, perché il mio scopo è instaurare sempre un dialogo tra i complementi che animano la casa.
Funziona come per l’abbigliamento, colori e tessuti devono avere il loro balance. Sono ancora alla ricerca di tessuti per rinnovare gli ambienti. Voglio ricoprire la boiserie accanto al televisore, per sostituire il blu che vedete ora con uno spigato o un lino sui toni del crema o del grigio. Un amico sta inoltre realizzando per me un mobile con le ante rivestite, probabilmente, da una trama Principe di Galles”.
La cassettiera multicolor dagli intarsi orientali combina atmosfere esotiche con uno stile più industrial. Una base di pregio per i caschi da moto, che Fabio esibisce come trofei, e un elegante eye-catcher che spezza con discrezione la pace che pervade l’ambiente. Il baule-cassettiera rivestito in pelle si trasforma in un angolo bar dalle atmosfere retrò, complice il giradischi in bella mostra.
La camera da letto, giocata su sfumature candide e naturali tra strutture e parquet, rivela più di altri ambienti la passione per il mondo sartoriale di Fabio. Non solo per l’attenzione riservata ai tessuti e ai cuscini in seta vintage che rifiniscono il letto, ma soprattutto grazie all’universo che si svela nel far scorrere le ante del grande armadio bianco.
Come hai organizzato il tuo armadio?
“I capi sono davvero tanti. Bisogna preservare l’ordine. Una parte dell’armadio è dedicata alle giacche sportive, un’altra alle camicie, ordinate per colore. Poi c’è lo spazio per le flanelle, i cotoni pettinati, il tweed scozzese. Una sezione ospita i pantaloni e un’altra ancora le cravatte. In seguito ci sono i cappotti, il cashmere, l’alpaca, la lana. Infine, i capi da cerimonia. Per i cassetti è un po’ diverso. Da lì ogni tanto sbuca anche qualcosa di imprevisto.”
Qual è il tuo capo infallibile?
“Il miglior amico del Gentiluomo è il blazer blu. Va bene con tutto. E’ perfetto per iniziare a impostare il proprio guardaroba. Mio nonno diceva che il primo abito che si compra deve essere blu, il secondo grigio. In questo modo, il terzo giorno potrai indossare uno spezzato”.
The Bespoke Dudes: cronaca di un successo
Quali sono le difficoltà che hai dovuto affrontare, anche in riferimento ai pregiudizi di chi ti vedeva come l’ennesimo aspiranti Dandy dal post facile?
“All’inizio i sarti non si fidavano troppo. Non comprendevano la mia figura: né classico giornalista, né cliente. Poi capivano che ero lì solo per raccontare le loro storie a un pubblico diverso. Così hanno iniziato ad aprirsi. Un momento davvero importante, perché loro sono i depositari di un sapere antico che rischia di perdersi.”
Come riesci a conciliare la tua età anagrafica con il culto di un’eleganza dai canoni un po’ datati?
“Io preferisco parlare di stile senza tempo. Se pensiamo che la giacca da uomo usata tutti i giorni ripropone ancora i canoni della marsina francese del ‘700. In generale, il Classico ha già espresso il suo massimo: non si può migliorare, solo aderirvi. Il mio è stato semplicemente un approccio più fresco. Diciamo che gli occhi di un giovane hanno permesso al settore di togliersi un po’ di polvere di dosso.”
Tra le tue imprese “su misura”, anche il lancio di una linea di occhiali, The Bespoke Dudes Eyewear, che ancora una volta fa incontrare il mondo dell’artigianalità con quello del fashion e del design…
“Per me è importante essere coerente in tutto ciò che faccio. Volevo presentare un prodotto in linea con il lifestyle e le esigenze di una community di persone che viaggia, fa ricerca. Ho pensato che se sono interessate alla giacca su misura, allora potevano avere la stessa attenzione per degli occhiali fatti a mano in Cadore. Ancora una volta, si tratta di un prodotto senza tempo. L’innovazione c’è stata nel modo di comunicarlo. Cinque anni fa mancava un brand di occhiali che parlasse all’uomo classico attraverso la rete. Oggi, con The Bespoke Dudes, chi mi segue può scoprire il lavoro di artigiani che io conosco di persona, di cui indosso le creazioni. Ci metto la faccia e così si instaura un rapporto di fiducia con il pubblico”.
Qual è la linea editoriale che hai scelto per la tua comunicazione social?
“Non uso filtri specifici. Da un lato mi piace raccontare le esperienze che faccio con i brand, dopo aver guidato una macchina o viaggiato, in modo molto patinato. Dall’altro, presento una sorta di diario delle mie ricerche, con foto più di dettaglio e meno posate, scattate all’interno di una bottega, con le luci presenti nell’ambiente, senza troppi fronzoli stilistici.”
La passione per le moto rappresenta una nota rock nella tua vita. Come raccontano il tuo ritratto e i caschi in soggiorno…
“Amo le moto. Ne ho due, che richiamano lo stile Heritage al quale mi ispiro. La prima è una Guzzi V7 nero opaco, ispirata all’omonimo modello degli anni Settanta. La seconda è una BMW R nine T, che è la mia bambina. Anche i caschi richiamano gli iconici occhialoni da guida marroni di un tempo. E’ proprio destino. Forse dovevo nascere in un’altra epoca… “
Ti è piaciuta la casa di Fabio Attanasio? Se vuoi scoprirne altre, leggi le nostre “Storie di case” e lasciati ispirare!