A casa di Rossella Migliaccio: la felicità è questione di Armocromia
“Se fossi un colore, quale saresti?”. Una domanda spesso ridotta a discorsi di lifestyle e dintorni, ma che in realtà necessita di una risposta oggettiva. Perché capire quali cromie ci appartengono significa concedersi il tempo per uno sguardo introspettivo, individuare i colori amici in grado di renderci più sicuri, più belli e più felici. Come? Con l’Armocromia. Una vera scienza, con un pizzico di magia, che Rossella Migliaccio, fondatrice dell’Italian Image Institute, ha sviluppato grazie a un metodo esclusivo, oggi raccontato in un libro che è già un bestseller. Noi l’abbiamo incontrata tra i colori della sua casa.
“Se fossi un colore, quale saresti?”. Una domanda spesso ridotta a discorsi di lifestyle e dintorni, ma che in realtà necessita di una risposta oggettiva. Perché capire quali cromie ci appartengono significa concedersi il tempo per uno sguardo introspettivo, individuare i colori amici in grado di renderci più sicuri, più belli e più felici. Come? Con l’Armocromia. Una vera scienza, con un pizzico di magia, che Rossella Migliaccio, fondatrice dell’Italian Image Institute, ha sviluppato grazie a un metodo esclusivo, oggi raccontato in un libro che è già un bestseller. Noi l’abbiamo incontrata tra i colori della sua casa.
A casa di Rossella Migliaccio
Incontriamo Rossella Migliaccio nel suo appartamento milanese. Un raffinato connubio di suggestioni retrò e dettagli contemporanei che lascia subito intuire come la paladina del colore abbia declinato i principi dell’Armocromia anche nel suo living. Le vetrate a tutta parete sono una sorpresa di grande impatto. Uno sguardo sul parco e sullo skyline metropolitano pronto a cogliere le sfumature della città, proprio come quello della padrona di casa.
Quando l’ho trovata, questa casa era completamente vuota. Non c’erano i pavimenti o i muri. Si presentava come un rettangolo che lasciava percepire gli spazi e, ovviamente, la vista sulla città a dare il benvenuto. Ho dato personalità agli ambienti con il colore. Ho mescolato cromie apparentemente differenti ma che insieme funzionano alla perfezione. Per quanto riguarda gli arredi, mi piace mixare complementi moderni con altri trovati nei mercatini, rimessi a posto. Trovo molto romantico “adottare” una poltroncina abbandonata e rivestirla, darle nuova vita. In generale, è stato un processo molto istintivo. Quando trovo un pezzo che mi piace lo prendo, tanto un posto in cui metterlo si trova sempre.
Ma partiamo dal circolo virtuoso con il quale ti descrivi: quel tuo essere per metà napoletana e per metà milanese, due città delle quali dici di conservare pregi e difetti…
Ho vissuto metà della mia vita a Napoli e metà a Milano. Entrambe le città sono parzialmente casa mia. Del mio essere napoletana conservo la filosofia e l’approccio alla vita. Allo stesso tempo mi sento milanese per tante cose. Per quell’attitudine, se vogliamo anche stereotipata, al darsi da fare e alla cultura degli obiettivi.
Hai fondato l’Italian Image Institute, il primo istituto in italia dedicato alla consulenza dell’immagine. Com’è nata l’idea e a chi si rivolge?
Mi sono accorta di un vuoto di mercato nel contesto italiano per quanto riguarda la formazione e i servizi dedicati alla consulenza dell’immagine. Attività che all’estero ha già una storia di oltre quarant’anni. Noi offriamo consulenze a privati, uomini e donne di tutte le età, che hanno necessità di valorizzare la propria immagine per motivi professionali o personali. Inoltre, collaboriamo con aziende per eventi di vario tipo. Ci sono poi i corsi di formazione per chi vuole avviare un’attività in questo settore o per chi semplicemente coltiva una passione. Abbiamo costruito un network in tutta italia di professionisti formati da me con il mio metodo.
Rossella, come a dire il destino scritto nel nome. Da un lato, un omaggio a Rossella O’Hara, ineguagliabile protagonista di Via col vento, e al suo ottimismo – “Domani è un altro giorno” è il motto perfetto di chi ha trovato nei colori la chiave per un mondo di infinite possibilità. Dall’altro, il richiamo a quel rosso scarlatto sinonimo di passione. Ma come accade con la musica o l’arte, il talento va coltivato e nutrito.
Bisogna studiare. Mentre frequentavo il corso di consulenza d’immagine a Londra ho avuto modo di scoprire davvero una materia che mi ha appassionato. A questo amore ho associato l’esperienza: nel corso degli anni ho avuto modo di collaborare con tantissime persone, clienti privati o studenti dei miei corsi. Diciamo che ho fatto scuola sul campo.
Armocromia: il metodo dei colori amici
Vivere a colori è il segreto della felicità? Certo, ma bisogna scegliere quelli giusti. Armocromia è la risposta. Il metodo ideato da Rossella Migliaccio per valorizzare la propria bellezza naturale, ora anche un libro bestseller e unico riferimento nel suo genere. Identificare la nostra palette personale per riconoscere i colori che ci sono amici, declinandoli in abiti, accessori e make-up, in modo da valorizzare la nostra unicità e il nostro fascino. Un metodo scientifico, ma anche una piccola magia, che Rossella Migliaccio racconta sul suo blog, rm-style.com, con uno storytelling didascalico e spontaneo. Nessun giudizio o divieto, il punto di partenza è l’unicità di ognuno di noi.
“L’Armocromia si basa su un metodo oggettivo. Nel libro sono molto analitica. Si tratta di un’analisi scientifica, visto che parliamo di pelle, occhi e capelli, e dei colori che ci appartengono, determinati dai livelli di emoglobina e carotene. Detto questo, l’Armocromia porta con sé una specie di magia. Il metodo dei colori amici rivoluziona la vita, non solo l’immagine. Una frase ambiziosa, ma che rivela la propria verità nella semplificazione dei piccoli gesti di ogni giorno. Una migliore gestione del guardaroba e dello shopping, fondamentale per chi tende ad acquistare in modo compulsivo ma anche per chi non lo ama, o addirittura lo trova frustrante. E’ una guida per ottimizzare le risorse, in termini di tempo, soldi e spazio nell’armadio”.
“C’è poi una parte più psicologica. Quando ci vediamo meglio, ci sentiamo meglio. Soprattutto in mezzo alla gente. Nello scoprire i colori amici si attiva un circolo virtuoso che libera dai colori che ci mettono in ombra, neri e affini, cromie sicuramente eleganti ma spesso utilizzate come rifugi da chi ha quasi paura del colore. La definirei una metafora della vita: riscoprire il colore per rimettersi in luce”.
Come funziona l’Armocromia: le 4 stagioni e i sottogruppi
“Il metodo storico della teoria del colore è quello stagionale. Le categorie cromatiche si dividono prendendo il nome delle quattro stagioni – primavera, estate, autunno e inverno – sulla base dei colori che la natura assume in quel periodo dell’anno. L’autunno è evocativo dei gialli, rossi e marroni. La primavera ha i colori più brillanti del paesaggio che si rigenera. E’ una divisione convenzionale che non fa riferimento alla data di nascita, ma deriva da quelli che sono i nostri colori in termini di sottotono – caldo o freddo – e intensità – brillante o soft. Incrociando queste due variabili otteniamo le quattro categorie, che non sono ovviamente sufficienti a catalogare l’umanità. Negli anni sono stati quindi aggiunti i sottogruppi. Nuove teorie che amplificano quella stagionale senza contraddirla”.
Un metodo nel quale la parte più impegnativa è quella del misurare i livelli di sottotono, intensità, valore e contrasto, ma che diventa poi intuitivo e rassicurante. Una volta capite le proprie caratteristiche cromatiche non resta che ripeterle. Ecco perché si parla di Armocromia, per quell’armonia che si crea tra colori personali e quelli che indossiamo, procedendo per ripetizione.
A proposito del metodo scientifico, ci sono i famosi drappi…
Esistono kit professionali per eseguire una seduta di Armocromia. Si dispongono sotto il viso in un certo ordine per capire come occhi e incarnato reagiscono a un colore rispetto ad un altro. I kit sono strutturati per misurare il valore di sottotono, intensità, contrasto e valore in modo da determinare sia la stagione di riferimento, sia il sottogruppo, qualora si appartenesse ad uno di essi.
Nel tuo libro ripercorri le tappe che hanno portato alla nascita dell’Armocromia, partendo dal cinema con la nascita del technicolor per poi analizzare costumiste, dive di Hollywood e addirittura personaggi dei cartoni animati…
Il cinema ha dato un imprinting allo studio del colore. Le costumiste di Hollywood sono state le prime consulenti di immagine, creando dive iconiche. Con il passaggio al technicolor hanno capito che il colore poteva essere la leva per esaltare un personaggio. Guardano i vecchi film di Grace Kelly e altre dive ci si accorge di come queste abbiano sempre la stessa palette.
Parliamo di nero, colore del quale riveli verità e falsi miti…
Io non sono nemica del nero. E’ bellissimo ed elegante, oltre a essere sempre efficace. Lo considero un colore come gli altri. Se ci valorizza o lo sentiamo nostro è un elemento distintivo. Tante volte però lo si sceglie per pigrizia, per la paura di non saper abbinare o di essere appariscenti. Lo considero sopravvalutato. Se si tratta di una scelta consapevole e valorizzante, ben venga. Altrimenti vale la pena scoprire qualche colore che ci merita di più.
L’Armocromia: una scelta di stile per la casa
Anche per la casa hai le tue regole. Una fra tutte, evitare il matchy-matchy…
Non sono una fan del cosiddetto ton sur ton. Molte volte lo si sceglie per paura del colore. Si percepisce la rigidità dell’abbinamento fatto per la paura di uscire dagli schemi. Faccio sempre un paragone con i cori: due voci senza sintonia possono stonare. Un coro di 40 persone che canta i Carmina Burana è favoloso. Per i colori è lo stesso. Due colori possono non dialogare tra loro, mentre un numero maggiore può creare armonia. Il segreto è che appartengano tutti alla stessa palette.
Altra regola fondamentale è quella degli incroci. Il cuscino non si abbina al divano ma alla parete, la poltroncina non si abbina al sofà ma ai cuscini del sofà, il copriletto non si abbina al letto ma alla carta da parati e così via. Evitiamo di abbinare maniacalmente tutto insieme. I richiami devono essere distanti all’interno di un ambiente, in modo da essere percepiti senza cadere nel meccanismo degli schemi.
Ricrea il look:
Come cambiano le palette nei diversi ambienti?
Ci sono colori che per natura sono più riposanti. Negli ambienti dedicati al relax si predilige il blu o i suoi fratelli, verde ecc. Storicamente, i colori più energici come il rosso si usano in cucina, palette usata anche nei loghi dei brand di cibo perché legata alla stimolazione del metabolismo.
Quali sono gli ambienti che vivi di più?
Vivo molto la cucina. La trovo un ambiente tipicamente di casa, meno impostato. Mi fa sorridere perché mi ricorda i tempi del liceo, quando ci facevo i compiti. Mi sento molto a mio agio anche negli ambienti di servizio, come il bagno. Mi aiutano a rilassarmi.
I primi passi per arredare una casa?
Partite dai colori neutri per poi aggiungere accenti di personalità, anche semplicemente con gli accessori. Non pensate subito a un complemento importante come il divano. Sperimentate con piccoli tocchi colorati facilmente sostituibili o spostabili.
Come sarà il tuo Natale in termini di colore?
Sono abbastanza tradizionalista. Mi piacciono i colori tipici di stagione, prendendo ispirazione anche dagli ambienti di montagna, rivisitati. Gioco con accessori in pelo, lana, velluto e panno. Importantissimo anche il giusto equilibrio delle luci, per creare atmosfera. Per la mise en place trovo carino avere piatti e accessori tipicamente natalizi, quasi un po’ kitsch, ma belli proprio per la loro capacità di far tornare bambini.
Ci dai un consiglio su come organizzare l’armadio?
Qualunque siano le dimensioni dell’armadio, è utile dividere i capi per tipologia: pantaloni, top, maglioni. Più si è organizzati in questo senso, più è facile al mattino scegliere un outfit e capire cosa manca o con cosa si sta esagerando. Gli accessori sono i più difficili da gestire. Spesso si dimenticano. Il consiglio è disporli accanto ai capi ai quali andrebbero abbinati. Le collane vicino ai top e alle maglie, le sciarpe vicino ai cappotti ecc.
Per finire, qualche dritta per utilizzare i colori ai tempi di Instagram?
Instagram ha dato molta voce al colore. Tipicamente le foto più belle sono quelle in bianco e nero, ma su Instagram vince il colore. Bisognerebbe utilizzare una palette coerente. Non sempre le stesse cromie, certo, ma avere un fil rouge in termini di sottotono e intensità. O colori tutti desaturati, o viceversa. I filtri sono di grande aiuto. Scegliete quelli che fanno al caso vostro e siate coerenti.
Sei incerca di altre idee per rinnovare la tua casa? Leggi le nostre Storie di case e lasciati ispirare!