Renzo Piano: ritratto dell’architetto umanista
Quando si parla di archistar italiane, il primo nome che viene in mente è di sicuro quello di Renzo Piano. Nella sua attività ha realizzato opere che hanno riqualificato il tessuto urbano in cui sono inserite, spesso in maniera controversa e discussa, mai associate a uno stile o a un movimento preciso, ma solo alla creatività e alla passione di questo architetto famoso in tutto il mondo. Scopriamo insieme il suo percorso e le sue opere più note.
Quando si parla di archistar italiane, il primo nome che viene in mente è di sicuro quello di Renzo Piano. Nella sua attività ha realizzato opere che hanno riqualificato il tessuto urbano in cui sono inserite, spesso in maniera controversa e discussa, mai associate a uno stile o a un movimento preciso, ma solo alla creatività e alla passione di questo architetto famoso in tutto il mondo. Scopriamo insieme il suo percorso e le sue opere più note.
Renzo Piano: breve biografia
Renzo Piano è nato a Genova nel 1937, laureato al Politecnico di Milano nel 1964, e fa le prime esperienze lavorative da Franco Albini, Marco Zanuso, Louis Kahn e Makowskj. Inizia poi a progettare e a fare i primi studi sperimentali seguendo l’esempio dell’amico e maestro Jean Prouvé, arrivando a realizzare i primi progetti, tra cui il padiglione per la XIV Triennale del 1966, che gli vale la menzione su testate come Domus e Casabella alla fine degli anni Sessanta. È così che si afferma sul piano internazionale, e ha la possibilità di realizzare il padiglione dell’industria italiana all’Expo di Osaka nel 1969.
Nel 1971 inizia a collaborare con Richard Rogers e nel 1977 con Peter Rice. Questo è il periodo del progetto per il Centro Georges Pompidou, una delle sue realizzazioni più famose e più discusse.
Da lì, la carriera di Piano diventa inarrestabile: nel 1981 fonda il Renzo Piano Building, e inizia a realizzare edifici e complessi urbani in tutto il mondo, usando materiali e tecnologie all’avanguardia. Dallo Stadio San Nicola a Bari (1987), all’aeroporto di Osaka (1988), il Museo della Scienza e della Tecnica ad Amsterdam (1992), il ridisegno della Postdamer Platz a Berlino (1992), il lingotto di Torino (1994). Tra i progetti più recenti, il Tribunale di Parigi del 2018 e l’Academy Museum of Motion Pictures a Los Angeles, che aprirà a dicembre 2020.
Ha ricevuto premi e riconoscimenti in tutto il mondo, è stato il primo italiano inserito nel 2006 nella classifica della rivista TIME delle 100 persone più influenti del mondo, dal 2007 è ambasciatore UNESCO e, dal 2013, senatore a vita. Nel mondo gli sono state dedicate diverse mostre: la più recente è stata Renzo Piano: The Art of Making Buildings alla Royal Academy a Londra (2018).
Oggi, a 83 anni, l’archistar italiana più famosa del mondo è tornata alla ribalta per aver regalato alla sua città il progetto per la ricostruzione del ponte Morandi, tragicamente crollato nel 2018, che non un semplice ponte, ma un simbolo di pace, di unione e un monumento alla memoria.
Renzo Piano: architetto umanista
Una delle caratteristiche principali di Renzo Piano è il suo impegno civico. Nella sua carriera, infatti, ha realizzato edifici, come musei e centri culturali, proprio per promuovere la valorizzazione delle culture di tutto il mondo, la conoscenza e lo studio. Ma non solo, si è sempre impegnato nella riqualificazione di spazi urbani studiando sempre come integrare al meglio i suoi edifici nel tessuto socioculturale in cui sarebbero stati realizzati.
Alcuni esempi del suo impegno sono il Lingotto di Torino, fabbrica dismessa che è diventata polo culturale, o il restyling di Potsdamer Platz a Berlino dopo la caduta del muro o, ancora, il regalo alla sua città del progetto per il nuovo ponte di Genova. La sua sensibilità umana, prima ancora che estetica e di progettista, rende uniche le sue opere, una parte pulsante delle città e dei luoghi in cui sorgono, vicine alle persone: costruzioni non solo simboliche, ma anche utili alla comunità a cui appartengono.
Cinque opere famose di Renzo Piano
È difficile scegliere solo alcune opere di questo architetto prolifico e creativo, ma ecco cinque delle più significative della sua produzione.
Il Centre Georges Pompidou di Parigi (1971-1977)
Renzo Piano e Richard Rogers erano due architetti quasi sconosciuti quando hanno sbaragliato la concorrenza di quasi 700 team, e nel 1971 hanno vinto la gara per realizzare il centro di arte contemporanea di Parigi, il Centro George Pompidou. Inaugurato nel 1977, all’inizio molto criticato, è diventata una delle sue opere più famose, oltre che uno degli edifici moderni più importanti del mondo.
Il concetto alla base è quello di un edificio flessibile, con elementi esterni che possono essere rimossi e sostituiti. Rispetto a quello che è stato poi realizzato, il progetto originale era ancora più radicale e comprendeva pavimenti in movimento e cartelloni elettronici giganti. È stato definito un’opera d’arte che contiene altre opere d’arte.
Il Centro culturale Jean-Marie Tjibaou, Numea (1998)
Questo centro si trova in Nuova Caledonia, nel Pacifico, ed è stato ideato per celebrare la cultura autoctona dei Canachi. Piano ha voluto combinate le capacità costruttive di questo popolo e il loro legame con la natura a materiali moderni (vetro, alluminio, acciaio). Ispirandosi alle abitazioni tradizionali dei capi, ha realizzato dieci gusci monumentali alti tra i 20 e i 30 metri lungo una collina, collegati tra loro da un sentiero. Ogni edificio ha una funzione diversa, dall’alloggio degli spazi espositivi, ad aree di ricerca, studi per la danza, la pittura, la scultura e la musica.
L’Auditorium Parco della Musica di Roma (2002)
Nel 2002 è stato inaugurato questo Auditorium, nel quartiere Parioli di Roma, che si estende su un’area di 55mila metri quadri. La forma di questo complesso ricorda quella di uno scarabeo e le tre aree principali sono composte dalle tre sale concerto, in edifici diversi ricoperti da lastre di piombo disposte a raggiera sopra il teatro all’aperto.
Il complesso è stato realizzato per ospitare eventi musicali e culturali e comprende un Teatro Studio e studi di registrazione.
Durante gli scavi per la sua realizzazione vennero alla luce resti di una villa romana, oggi conservati in un piccolo museo che si trova sotto il teatro.
La Bolla nel porto antico di Genova (2001)
La Biosfera, chiamata da tutti la Bolla di Renzo Piano, è una struttura di vetro e acciaio sul mare del Porto Antico di Genova, vicino all’acquario.
Ha un diametro di 20 metri, ed è un vero e proprio giardino sospeso sul mare. Al suo interno è stata ricostruita una porzione di foresta pluviale tropicale, con più di 150 specie animali e vegetali, da uccelli a insetti, grandi felci e piante tropicali, che sopravvivono grazie alle condizioni climatiche garantite da un sistema di condizionamento computerizzato.
Il Whitney Museum of American Art, New York (2015)
Questo museo, tra il fiume Hudson e l’High Line (il parco lineare di New York), è stato progettato per riunire diverse gallerie che si trovavano in edifici separati. Oggi è un unico spazio di oltre 6mila metri quadri, disposti su nove piani, che si aprono su un grande ingresso a sbalzo al piano terra, con terrazze a cascata sul fiume che creano da sole delle magnifiche sculture. L’estetica industriale dell’edificio richiama lo stile del distretto in cui è situato, il Meatpacking District.
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